Giappone. Tama è una gatta di nove anni. La sua particolarità sta nel fatto che, al contrario di quasi tutti i suoi simili, ha un lavoro: fa la «bigliettaia» in una piccola stazione del treno elettrico di Kinokawa, in Giappone. Da quando Tama presidia la biglietteria, i passeggeri sono aumentati del 10%: tutti vogliono vedere e accarezzare la famosa «capostazione» (Afp)
Tama disprezzava i suoi simili che trascorrevano le loro giornate spaparanzati al sole con la mente occupata da un solo pensiero: la ciotola colma di cibo che li attendeva a casa e lo spumoso cuscino ai piedi del letto del loro padrone su cui si sarebbero accoccolati.
Tama no, lei era diversa. Lei voleva lavorare.
Aveva girato molto per il mondo nella sua vita alla ricerca di un’occupazione che la facesse sentire utile, ma non aveva raccolto che incomprensione e maltrattamenti. Nessuno pareva capire il suo desiderio di avere un lavoro.
Così fu quando cercò di recuperare da un cassonetto una bambola finita per errore tra la spazzatura che la sua padroncina stava disperatamente cercando. Fu scambiata per un randagio che rovistava tra i rifiuti e fu scacciata in malo modo a colpi di scopa.
E un vero fallimento fu anche il suo tentativo di portare in salvo dei bambini da un incendio gettandosi tra le fiamme. Allora fu presa per uno dei mici di casa rimasto intrappolato e fu tratta a sua volta in salvo dai vigili del fuoco.
E non andò meglio neppure quando cercò di rianimare un vecchietto svenuto su una panchina del parco leccandogli il viso per farlo svegliare. L’anziano signore si riebbe ma iniziò a cacciarla con il bastone, convinto che stesse per aggredirlo.
Tama stava riflettendo sulla lunga sfilza di insuccessi che era riuscita ad inanellare negli ultimi tempi quando giunse alla stazione e decise di salire su uno dei vagoni fermi in attesa di ripartire per raggiungere una destinazione lontana che, forse, le avrebbe portato maggior fortuna.
Con circospezione felina salì cautamente i gradini e si accoccolò sotto uno dei sedili in attesa della partenza. Nessuno si sarebbe accorto di lei.
Intanto il vagone cominciava a riempirsi di passeggeri. Signore dai grandi cappelli, bambini vocianti, coppiette di anziani, salivano e si sistemavano con i loro bagagli. Tutto sembrava pronto per il fischio del capostazione quando, ad un tratto, una giovane si mise a gridare seguita dalle altre donne sedute accanto a lei.
“Ecco – pensò subito Tama – sono stata scoperta. Ora mi cacceranno come al solito e sarò costretta a scendere e a rinunciare al mio viaggio”.
Ma proprio quando, con rassegnazione, stava per uscire dal suo nascondiglio vide che ad attrarre l’attenzione dei passeggeri – la maggior parte dei quali ora se ne stava in piedi sui sedili del treno – e a gettare il panico nello compartimento non era lei, bensì un topolino che era sbucato all’improvviso e che ora correva spaventato da una parte all’altra del vagone.
“Che succede qua dentro?” gridò il bigliettaio attirato dallo scompiglio.
In quel momento, Tama, guidata dall’istinto e aiutata dall’agilità tipica della sua specie, si avventava sul malcapitato roditore acciuffandolo e mettendo fine alla bagarre. I passeggeri si rimisero a sedere applaudendo all’abilità di Tama che, trionfante e orgogliosa, consegnò il topolino al bigliettaio che, ammirato dalla sua prontezza, decise di tenerla con sè.
Tama no, lei era diversa. Lei voleva lavorare.
Aveva girato molto per il mondo nella sua vita alla ricerca di un’occupazione che la facesse sentire utile, ma non aveva raccolto che incomprensione e maltrattamenti. Nessuno pareva capire il suo desiderio di avere un lavoro.
Così fu quando cercò di recuperare da un cassonetto una bambola finita per errore tra la spazzatura che la sua padroncina stava disperatamente cercando. Fu scambiata per un randagio che rovistava tra i rifiuti e fu scacciata in malo modo a colpi di scopa.
E un vero fallimento fu anche il suo tentativo di portare in salvo dei bambini da un incendio gettandosi tra le fiamme. Allora fu presa per uno dei mici di casa rimasto intrappolato e fu tratta a sua volta in salvo dai vigili del fuoco.
E non andò meglio neppure quando cercò di rianimare un vecchietto svenuto su una panchina del parco leccandogli il viso per farlo svegliare. L’anziano signore si riebbe ma iniziò a cacciarla con il bastone, convinto che stesse per aggredirlo.
Tama stava riflettendo sulla lunga sfilza di insuccessi che era riuscita ad inanellare negli ultimi tempi quando giunse alla stazione e decise di salire su uno dei vagoni fermi in attesa di ripartire per raggiungere una destinazione lontana che, forse, le avrebbe portato maggior fortuna.
Con circospezione felina salì cautamente i gradini e si accoccolò sotto uno dei sedili in attesa della partenza. Nessuno si sarebbe accorto di lei.
Intanto il vagone cominciava a riempirsi di passeggeri. Signore dai grandi cappelli, bambini vocianti, coppiette di anziani, salivano e si sistemavano con i loro bagagli. Tutto sembrava pronto per il fischio del capostazione quando, ad un tratto, una giovane si mise a gridare seguita dalle altre donne sedute accanto a lei.
“Ecco – pensò subito Tama – sono stata scoperta. Ora mi cacceranno come al solito e sarò costretta a scendere e a rinunciare al mio viaggio”.
Ma proprio quando, con rassegnazione, stava per uscire dal suo nascondiglio vide che ad attrarre l’attenzione dei passeggeri – la maggior parte dei quali ora se ne stava in piedi sui sedili del treno – e a gettare il panico nello compartimento non era lei, bensì un topolino che era sbucato all’improvviso e che ora correva spaventato da una parte all’altra del vagone.
“Che succede qua dentro?” gridò il bigliettaio attirato dallo scompiglio.
In quel momento, Tama, guidata dall’istinto e aiutata dall’agilità tipica della sua specie, si avventava sul malcapitato roditore acciuffandolo e mettendo fine alla bagarre. I passeggeri si rimisero a sedere applaudendo all’abilità di Tama che, trionfante e orgogliosa, consegnò il topolino al bigliettaio che, ammirato dalla sua prontezza, decise di tenerla con sè.
Da quel giorno Tama ha ottenuto un posto di vicebigliettaio incaricato. Porta sulle ventitré il suo bel cappello ufficiale e attorno al collo la mostrina con sopra scritto il suo nuovo status. Accompagna il suo padrone e capo lungo il treno per annullare i biglietti e controlla che non vi siano ospiti sgraditi a bordo.
I passeggeri di quella tratta sono aumentati per il solo gusto di vederla al lavoro e nessuno si azzarda a viaggiare a sbafo.