Doveva trovare un modo per correre ai ripari. Continuando di questo passo ci avrebbe rimesso le piume.
Oddio … le piume … le sue amate piume … erano proprio loro la causa di tutti i suoi attuali problemi …
*
Ma cominciamo dall’inizio.
Pierre era un pinguino di gran gusto in fatto di moda, un vero intenditore. Non si perdeva una sfilata. Dolce&Gabbiana, Laura Pesciotti, Renato Cavalli, … li conosceva davvero tutti.
Ma la sua vera passione erano le acconciature. C’era stato il periodo delle creste Punk, delle piume arrotolate a rasta alla moda giamaicana, delle treccine africane. E lui non aveva perso un colpo, sempre all’ultimo grido, sempre all’avanguardia.
Mechès o onde, permanente o lisci. Persino la banana stile anni ’50.
Fino a quando non era arrivato il colore. Dal “verde limonenon moltomaturo”, al “rosa fenicotteroappenatornatodaipaesidelsud”, dal “blu cielotraputodistelle”, al “rosso pettirossomoltoarrabbiato”. Per essere davvero trendy non potevi fare a meno di avere sulla testa una pennellata di una qualche improbabile tonalità. E così Pierre aveva deciso. Avrebbe avuto le piume tinte di “arancio subitodopountramontoaicaraibi”. Ve l’immaginate che scena? Già si vedeva, spiccare come un agrume maturo sull’abbacinante bianco della banchisa polare. Chi non l’avrebbe notato? I suoi amici sarebbero tutti morti di invidia.
Sì perché Pierre non si sarebbe limitato a tingersi la chioma, questa volta voleva davvero esagerare. Si sarebbe tinto tutto, da cima a piedi. Un vero colpo di genio, da lasciare senza fiato.
Così il pinguino si procurò una tintura di quelle potenti, garantita per non scolorire all’acqua né al sole e che si sarebbe mantenuta vivace e brillante per un sacco di tempo.
Fece tutto da solo. Voleva essere l’unico artefice di quel capolavoro. Preparò la mistura, e, armato di pettine e pennello, cominciò a distribuirsi il colore su tutto il corpo, poi si coprì con un asciugamano per tenerlo al riparo durante la posa, quindi si mise seduto e attese il tempo necessario perché la mistura aderisse alle piume e rilasciasse il colore.
Quindi, terminato il tempo di posa, si preparò per un tuffo, per eliminare il colore in eccesso, pronto ad ammirare l’effetto ottenuto.
Ma quando Pierre fece per togliersi l’asciugamano si accorse che, forse a causa di un’intolleranza alla mistura, forse per una reazione chimica, forse per chissà quale strano fenomeno, tutte le piume gli erano cadute e lui era tutto nudo, completamente alla mercè del freddo e degli elementi.
*
Così adesso Pierre era lì, nel bel mezzo del Polo Sud, senza alcuna protezione dal vento gelido che gli tagliava la pelle, senza più forze e incapace di muoversi. Ma ciò che più lo addolorava era il pensiero che così implume era davvero … unfashion. Il nudo quell’anno non andava proprio.
Ormai la situazione stava continuando da qualche giorno e Pierre sarebbe certamente morto di freddo quando, fortunatamente, alcuni scienziati e biologi marini che stavano passando da quelle parti per mettere a punto la loro strumentazione da ricerca, lo videro e, rendendosi conto che aveva ormai perso i sensi e che stava per morire, lo raccolsero e lo portarono alla base.
Quando Pierre si risvegliò, qualche settimana dopo, si rese subito conto di sentirsi molto meglio e notò che, pur trovandosi nuovamente sul ghiaccio, si sentiva caldo e protetto. Si guardò e si accorse di indossare uno strano rivestimento. Gli scienziati che si erano occupati di lui, infatti, avevano pensato che l’unico modo per salvarlo era fargli un cappottino su misura. Così si erano rivolti ad una ditta specializzata nella fabbricazione di attrezzature da sub e gli avevano fatto tagliare su misura una muta di quelle usate dai subacquei per resistere alla basse temperature dell’acqua durante le immersioni in profondità. Quindi, lo avevano riportato dove lo avevano trovato sperando che quello servisse per fargli riprendere le forze e per farlo ristabilire.
Pierre corse ai bordi di uno specchio d’acqua per guardarsi meglio e nel vedersi così abbigliato, dimenticando che quella sua fissazione per la moda gli aveva fatto rischiare la pelle, si complimentò profondamente con se stesso. Pavoneggiandosi nel suo nuovo abito gli sembrò di essere davvero alla moda. Un vero elegantone dei ghiacci. Adesso chiunque lo avrebbe invidiato. Nessuno, tra tutti quelli che conosceva, poteva vantare un capo così originale.
Alla fine, dunque, in un modo o nell’altro, Pierre era riuscito nel suo intento.
Oddio … le piume … le sue amate piume … erano proprio loro la causa di tutti i suoi attuali problemi …
*
Ma cominciamo dall’inizio.
Pierre era un pinguino di gran gusto in fatto di moda, un vero intenditore. Non si perdeva una sfilata. Dolce&Gabbiana, Laura Pesciotti, Renato Cavalli, … li conosceva davvero tutti.
Ma la sua vera passione erano le acconciature. C’era stato il periodo delle creste Punk, delle piume arrotolate a rasta alla moda giamaicana, delle treccine africane. E lui non aveva perso un colpo, sempre all’ultimo grido, sempre all’avanguardia.
Mechès o onde, permanente o lisci. Persino la banana stile anni ’50.
Fino a quando non era arrivato il colore. Dal “verde limonenon moltomaturo”, al “rosa fenicotteroappenatornatodaipaesidelsud”, dal “blu cielotraputodistelle”, al “rosso pettirossomoltoarrabbiato”. Per essere davvero trendy non potevi fare a meno di avere sulla testa una pennellata di una qualche improbabile tonalità. E così Pierre aveva deciso. Avrebbe avuto le piume tinte di “arancio subitodopountramontoaicaraibi”. Ve l’immaginate che scena? Già si vedeva, spiccare come un agrume maturo sull’abbacinante bianco della banchisa polare. Chi non l’avrebbe notato? I suoi amici sarebbero tutti morti di invidia.
Sì perché Pierre non si sarebbe limitato a tingersi la chioma, questa volta voleva davvero esagerare. Si sarebbe tinto tutto, da cima a piedi. Un vero colpo di genio, da lasciare senza fiato.
Così il pinguino si procurò una tintura di quelle potenti, garantita per non scolorire all’acqua né al sole e che si sarebbe mantenuta vivace e brillante per un sacco di tempo.
Fece tutto da solo. Voleva essere l’unico artefice di quel capolavoro. Preparò la mistura, e, armato di pettine e pennello, cominciò a distribuirsi il colore su tutto il corpo, poi si coprì con un asciugamano per tenerlo al riparo durante la posa, quindi si mise seduto e attese il tempo necessario perché la mistura aderisse alle piume e rilasciasse il colore.
Quindi, terminato il tempo di posa, si preparò per un tuffo, per eliminare il colore in eccesso, pronto ad ammirare l’effetto ottenuto.
Ma quando Pierre fece per togliersi l’asciugamano si accorse che, forse a causa di un’intolleranza alla mistura, forse per una reazione chimica, forse per chissà quale strano fenomeno, tutte le piume gli erano cadute e lui era tutto nudo, completamente alla mercè del freddo e degli elementi.
*
Così adesso Pierre era lì, nel bel mezzo del Polo Sud, senza alcuna protezione dal vento gelido che gli tagliava la pelle, senza più forze e incapace di muoversi. Ma ciò che più lo addolorava era il pensiero che così implume era davvero … unfashion. Il nudo quell’anno non andava proprio.
Ormai la situazione stava continuando da qualche giorno e Pierre sarebbe certamente morto di freddo quando, fortunatamente, alcuni scienziati e biologi marini che stavano passando da quelle parti per mettere a punto la loro strumentazione da ricerca, lo videro e, rendendosi conto che aveva ormai perso i sensi e che stava per morire, lo raccolsero e lo portarono alla base.
Quando Pierre si risvegliò, qualche settimana dopo, si rese subito conto di sentirsi molto meglio e notò che, pur trovandosi nuovamente sul ghiaccio, si sentiva caldo e protetto. Si guardò e si accorse di indossare uno strano rivestimento. Gli scienziati che si erano occupati di lui, infatti, avevano pensato che l’unico modo per salvarlo era fargli un cappottino su misura. Così si erano rivolti ad una ditta specializzata nella fabbricazione di attrezzature da sub e gli avevano fatto tagliare su misura una muta di quelle usate dai subacquei per resistere alla basse temperature dell’acqua durante le immersioni in profondità. Quindi, lo avevano riportato dove lo avevano trovato sperando che quello servisse per fargli riprendere le forze e per farlo ristabilire.
Pierre corse ai bordi di uno specchio d’acqua per guardarsi meglio e nel vedersi così abbigliato, dimenticando che quella sua fissazione per la moda gli aveva fatto rischiare la pelle, si complimentò profondamente con se stesso. Pavoneggiandosi nel suo nuovo abito gli sembrò di essere davvero alla moda. Un vero elegantone dei ghiacci. Adesso chiunque lo avrebbe invidiato. Nessuno, tra tutti quelli che conosceva, poteva vantare un capo così originale.
Alla fine, dunque, in un modo o nell’altro, Pierre era riuscito nel suo intento.